Il bonus badanti non spetta a tutti. L’incentivo si può richiedere solo in un caso ben preciso: ecco come funziona e come fare domanda.
In Italia sono milioni gli anziani che hanno bisogno di badanti che si prendono cura di loro. Non tutti sanno che possono ottenere un incentivo, al di là che si tratti di una figura professionale italiana o straniera.
L’indice di vecchiaia è aumentato notevolmente nel nostro paese negli ultimi anni e quindi non stupisce come la categoria dei badanti si stia espandendo. Per le famiglie si tratta di una spesa importante che può essere ammortizzata grazie al bonus badanti che vale 300 euro al mese e 3.600 euro all’anno. Un sostegno che però vale solo ed esclusivamente per quelle famiglie che assumono regolarmente questa figura professionale, quindi erogano uno stipendio e pagano contributi.
Bonus badanti assunti regolarmente: come funziona
Il bonus badanti è senza dubbio un sussidio importante per i datori di lavoro domestico perché arriva fino a coprire 3.600 euro di spese annue per chi decide di assumere regolarmente una o un badante. È un incentivo che fa gola a tantissime persone, soprattutto in questo periodo di crisi economico.
Il sussidio viene offerto da Cassa Colf, una cassa socio-sanitaria, e dunque ne hanno diritto quei datori di lavoro che hanno determinati requisiti. Il primo requisiti necessario è che provino di non essere autosufficienti e che da almeno un anno sono iscritti a Cassa Colf regolarmente, quindi devono aver effettuato tutti i versamenti necessari, che siano in regola e non abbiano arretrati o mancati pagamenti.
La Cassa Colf è un istituto socio-sanitario che presenta delle prestazioni di favore sia ai datori di lavoro che ai lavoratori. L’iscrizione è d’obbligo nel caso in cui il lavoratore viene assunto seguendo i criteri del CCNL di categoria. Una volta iscritti alla cassa tramite contributo aggiuntivo mensile con trattenuta sulla busta paga, il fondo si considera finanziato. La trattenuta è pari a 3 centesimi di euro all’ora: i due terzi li versa il datore di lavoro, mentre il resto spettano al lavoratore.
Sempre grazie all’iscrizione della Cassa Colf, inoltre, il lavoratore può sfruttare una indennità giornaliera nel caso in cui si trova in convalescenza post-ricovero. Il rimborso delle spese viene effettuato per le lavoratrici in dolce attesa, quello per le cure di fisioterapia e quello per il ticket sanitario.