Può capitare di sbagliare IBAN ed effettuare un bonifico ad un terzo, cosa succede in questo caso? Ecco cosa può fare il pagatore.
I bonifici possono essere eseguiti in maniera semplice e rapida grazie al numero IBAN. Questo sistema è stato pensato per semplificare i bonifici diretti all’estero ma ormai è consuetudine utilizzarlo anche per operazioni entro i confini nazionali. In alcune circostanze la lunga sequenza può generare qualche errore a cui non tutti sanno porre rimedio.
Un pagatore può effettuare un bonifico ad un IBAN sbagliato e vedere i suoi soldi accreditati ad un terzo, che non li avrebbe dovuti ricevere. A quel punto il pagatore si rivolge subito alla banca ricevente per chiedere i dati della persona che ha ricevuto il bonifico. Alla richiesta l’istituto potrebbe invocare il segreto bancario, generando una certa perplessità nel pagatore.
Data la situazione sempre più complessa è giusto conoscere i propri diritti per cercare di recuperare la cifra versata e procedere al bonifico giusto. Cerchiamo di capire meglio cosa dice la legge nel momento in cui nasce una situazione di questo tipo.
Bonifico a IBAN errato: quali sono i diritti del pagatore
I bonifici a IBAN sono operazioni semplici da effettuare ma proprio quel lungo codice può rappresentare un serissimo problema. In alcune circostanze il pagatore può vedere la propria cifra versata su un conto di un terzo non legittimato a riceverla. Proprio in questo contesto è utile conoscere come comportarsi, soprattutto se l’ente di riferimento invoca il segreto bancario.
Per conoscere i diritti del pagatore si può citare la decisione 3 maggio 2022 numero 6886 del Collegio di coordinamento dell’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) che ha risposto a favore del pagatore. Quest’ultimo infatti ha pieno diritto di conoscere dal prestatore di servizi di pagamento i dati anagrafici o societari del ricevente.
La banca del beneficiario non può in alcun modo invocare la tutela della privacy per giustificare la mancata comunicazione dei dati del proprio cliente. L’interesse di riservatezza cede il passo davanti al diritto di difesa in giudizio. Al di fuori di questi specifici casi, gli istituti bancari devono mantenere il massimo riserbo sui dati in loro possesso.
La banca quindi alla richiesta non può fare altro che fornire i dati del ricevente del bonifico. Solo in questo modo si potrà procedere alla restituzione della cifra versata in maniera errata.