Whatsapp, il raggiro sa di “buono”: poi vi rubano tutto

Una innovativa modalità di raggiro. Dinamica assolutamente negativa, certo, che però sorprende in quanto a ingegno.

Quello che rende assolutamente particolare l’operazione in questione, come spesso accade, è l’assoluta affidabilità che sembra avere il contenuto che di fatto arriva al singolo utente, a colui che si prova a truffare. Di approcci simili, ormai è noto a tutti, è ricco il web. Quotidianamente, ormai si può dire, milioni e milioni di cittadini risultano essere avvicinati, in modalità web, dal solito, classico, si potrebbe dire, opportunistico contatto truffaldino.

Whatsapp truffa
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Il contesto attuale impone all’utente la massima allerta in caso di comunicazioni ritenute in qualche modo anomale. In questo senso è chiaramente opportuno andare a considerare nel migliore modo possibile tutto ciò che in qualche modo arriva, dal web e non solo attraverso i classici dispositivi. Un utente medio, ogni giorno, dati alla mano, può essere destinatario anche di quattro o cinque comunicazioni di natura truffaldina al giorno. Il tutto ormai diventa più che consueta abitudine.

Quello che sembra ormai radicato nello stesso modus operandi, non solo del truffatore ma anche della potenziale vittima è per l’appunto quella velata condizione di consapevolezza. Il paradosso, infatti, dice che lo stesso utente è di fatto ben consapevole di correre di continuo uno specifico rischio, ma nonostante ciò, nella maggior parte dei casi, lo stesso è attratto dalla possibilità di ottenere un inaspettato vantaggio. Questo spiegherebbe ogni cosa.

Nella maggior parte dei casi i tentativi in questione di raggiro presentano più che mai le solite caratteristiche. Un contenuto, quanto più accattivante possibile, la promessa, insomma, cosi come anticipato, di un vantaggio concreto. Il classico link di accompagnamento, che serve al truffatore stesso per entrare nel provato della vittima e quindi la possibilità di essere violati per quel che riguarda la privacy e purtroppo non solo.

A incidere sulla quantità e la qualità, soprattutto delle truffe presenti in quello che è il contesto quotidiano, sono anche le annuali occasioni che ormai scandiscono in maniera più che ma decisa il calendario stesso di qualsiasi utente del web. Una data su tutte? Quella del Black Friday, il giorno in cui, tutti ma proprio tutti, sul web e non solo, propongono affari d’oro ai propri clienti. Il giorno degli sconti delle occasioni da ricercare a ogni costo.

Proprio in questo specifico contesto nasce l’ultima truffa segnalata fortemente nei giorni scorsi alla Polizia Postale. Tre, i protagonisti principali, Whatsapp e il Black Friday e Amazon. I tre soggetti, per cosi dire, risultano essere quantomai collegati all’interno della specifica dinamica. Contenuti, insomma veicolati attraverso la nota piattaforma di messaggistica istantanea, che promettevano buoni da spendere attraverso Amazon in occasione del Black Friday. Tutto sembra filare.

Whatsapp, il raggiro sa di “buono”: il rischio ha sempre lo stesso sapore

Cosi come facilmente intuibile, al centro di tutto, c’è la volontà del truffatore in questione di sottrarre alla vittima, non solo informazioni personali, sempre ben accette in vista di nuovi raggiri, ma anche e soprattutto la disponibilità economica di quest’ultimo, quello che può essere scovato attraverso uno dei prodotti finanziari spesso associati proprio ad Amazon. Il link citato in precedenza, nel caso specifico farà tutto il resto. Un buono promesso e il furto, di fatto, realizzato, questa la sintesi.

Il consiglio, che arriva da parte di chi controlla la nostra stessa sicurezza, è quello di non farsi illudere, se possibili, dalle comunicazioni troppo lusinghiere, per cosi dire offerte dallo stesso web. In quel caso specifico a governare le intenzioni dell’utente dovrebbe essere in qualche modo il buonsenso. Spesso, però, questo particolare elemento si confonde tra lo stupore e l’illusione della possibilità da non perdere, da non lasciarsi scappare. Tutto ruota a intorno questi specifici elementi. La partita, insomma, si gioca tutta li. Consapevolezza e debolezza, nient’altro.

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