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Truffe, italiani sotto attacco: “La nuova frontiera del crimine”

Published by
Paolo Marsico

Gli italiani sono sotto attacco, la sintesi è semplicemente opportuna. La realtà, spietata, oggi, non lascia scampo alcuno.

Da troppo tempo ormai, il web, e non solo, è diventato un posto poco sicuro per gli stessi utenti. Al di la di tecnologie, traguardi e innovazioni, troviamo un contesto sempre più cinico e spietato. Alcova di truffe e raggiri che hanno il solo scopo, immaginabile, di approfittare delle altrui ingenuità, sensibilità, paure. L’universo web, oggi più che mai, insomma, è tra quelli più tortuosi e complessi, il rischio lì, è sempre più che mai in agguato.

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In questa fase, tanto delicata per l’incalzare di una crisi senza precedenti, per lo meno negli ultimi decenni, i cittadini avvertono il rischio e sempre più di frequente sono costretti a difendersi dagli attacchi che a valanga arrivano dallo stesso web. Tecniche sempre più elaborate, approcci curati nei minimi dettagli, tanto da confondersi con la stessa realtà delle cose. Il truffatore, oggi, si nasconde molto meglio di prima e confonde alla perfezione inganno e realtà.

Il settore bancario è di certo in assoluto tra i più colpiti. Non è più tempo, o almeno non sempre, della classica truffa che promette premi e vantaggi e poi finisce per mettere le mani nei conti correnti delle vittime inconsapevoli. Oggi, quello stesso universo ha affinato le proprie pratiche, le proprie tecniche. I cittadini ricevono comunicazioni, o addirittura chiamate da sedicenti operatori che sembrano avere già il controllo della nostra situazione bancaria. A quel punto, fidarsi è più che mai naturale.

In questa specifica fase, non è difficile imbattersi in chi, contatta la vittima di turno per risolverle un problema, un rischio da non correre insomma. Il proprio conto corrente e una minaccia quanto mai imminente. Il cittadino si fida, perchè teme di perdere tutto e accetta di seguire le indicazioni di chi rappresenta di fatto quello stesso rischio. La comunicazione si chiude e a quel punto, solo a quel punto il rischio per i soldi del malcapitato, diventa altissimo.

Intervenuto in merito alla questione che ormai da tempo affligge i cittadini italiani, Gabriele Urzì, segretario provinciale Fabi Palermo ha cosi dichiarato: “Ormai è la nuova frontiera del crimine, che è diventata più pericolosa, anche se meno cruenta, del fenomeno delle rapine agli istituti di credito. Ormai è la nuova frontiera del crimine, che è diventata più pericolosa, anche se meno cruenta, del fenomeno delle rapine agli istituti di credito –  continua il responsabile Salute e Sicurezza Fabi Palermo – e ormai dalla mattina alla sera ci sono truffatori sempre più “raffinati” che ininterrottamente, utilizzando tutti gli accorgimenti messi a disposizione da raffinati criminali informatici, cercano, spesso riuscendoci, di svuotare i conti di ignari malcapitati utenti”.

Truffe, italiani sotto attacco: qualche consiglio per i cittadini da chi vive certe dinamiche

Non tutto ruota però intorno a dinamiche come quelle precedentemente proposte. In molti casi, l’arguzia del malintenzionato raggiunge vette davvero inimmaginabili. Di recente, numerosi cittadini sono stati truffati attraverso operazioni paradossali riguardando carte intestate agli stessi cittadini ma chissà perchè in possesso degli stressi truffatori. La richiesta di attivazione, il solito link onnipresente e per lo stesso cittadino prende il via una esperienza assolutamente infernale. La tutela, in certi, casi, sembra essere addirittura assente.

L’aspetto veramente preoccupante – continua Urzì – è che spesso le carte risultano in in giacenza alle poste (molte banche hanno un sistema che consente la tracciabilità) e, purtroppo le stesse non vengono più consegnate con raccomandata e assicurata. Solo indagini accurate possono stabilire se le carte sono state trafugate e/o con quali modalità e con quali sempre possibili connivenze”. Lo stesso Urzì, ricorda infine che non sempre le stesse banche riescono a tutelare pienamente i propri clienti in certi casi.

Occorre ricordare – conclude Urzì – che la banca non ci contatterà mai per chiederci password dispositive e/o codici di accesso al servizio di banca online. Quindi massima allerta e dubitare sempre di qualsiasi contatto telefonico che abbia queste caratteristiche. Ma il problema non si risolverà mai se non si inizia una educazione digitale rivolta soprattutto alle fasce più deboli e più esposte a questi fenomeni criminosi: si pensi agli anziani o a chi non ha una adeguata scolarizzazione ad esempio. Fasce di utenza che, non solo le banche, stanno mettendo in grande difficoltà: ci sono i nativi digitali e chi è nato quando non c’era nemmeno l’idea del computer. Crediamo che queste persone abbiano tutto il diritto di avere servizi tarati sul loro livello di conoscenze tecnologiche e informatiche”.

Il rischio insomma è più che mai alto, il cittadino, in molti casi è solo a considerare quelli che possono essere i pericoli riguardanti il proprio quotidiano. Massima allerta e massima riflessione in merito ai contenuti ricevuti. Certe comunicazioni, bisogna capire, non possono avvenire tra banca e cliente, quindi, in ogni caso, di fronte a certi messaggi, l’unica operazione da compiere è quella di cestinare il tutto.

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